Museo del gesso – castello di Moncucco

L’intervento, approvato dalla Soprintendenza Regionale, ha interessato il restauro e la rifunzionalizzazione delle sale interne destinate al museo del gesso e del suo viale di accesso con relativa corte interna.
 
Il castello di Moncucco, così come si presenta ora, risale ai secoli XIV-XV, ma porta su dì sè i segni evidenti di ampliamenti e modifiche del XVIII e del XIX secolo. E’ un edificio grandioso ancora recintato da solide mura. Una torre di notevoli dimensioni sporge da una delle fiancate, mentre una seconda è posta al centro dell’edificio, come raccordo fra le due maniche del castello. Esso domina il paese e da esso si può ammirare un magnifico paesaggio che dalle colline del Monferrato si estende alle colline del Piemonte meridionale e a quelle torinesi, a Superga e all’arco alpino.
La prima attestazione dell’esistenza del castello di Moncucco è contenuta in un diploma imperiale del 5 ottobre 1164.
Nel 1855 venne acquistato dall’Amministrazione Comunale, cui tuttora appartiene. In esso hanno sede attualmente le Scuole dell’infanzia e primaria statali, il Museo del Gesso (in cui sono illustrate le fasi di lavorazione e l’impiego del gesso nell’architettura rurale del Basso Monferrato fra XVI e XIX secolo).

Allestimento auditorium a Borgo San Dalmazzo

Lavoro realizzato dagli Architetti Corradino C. e Chiaramello G.

Un grande ambiente vuoto all’interno dell’ex opificio Bertello, posto a ridosso del centro storico di Borgo San Dalmazzo e vincolato dalla Soprintendenza Regionale come edificio di archeologia industriale, è stato trasformato, attraverso un attento studio degli interni e dell’acustica, in una sala per concerti e teatro.
 
Sulla base di un approfondito studio, sono state progettate opere di rivestimento con speciali pennellature in legno con caratteristiche di fonoassorbenza e fonoriflettenza disposte in base alla differente risposta acustica della sala.
 
L’assenza di un boccascena, di un sipario e di una graticcia per l’attrezzatura di allestimento teatrale, ha indotto a ripensare completamente la zona palco con l’inserimento di una struttura metallica a traliccio che ha costituito l’ossatura di supporto degli impianti, dei riflettori acustici e delle quinte.

Restauro palazzo comunale Tommaso Villa

L’intervento di restauro, approvato dalla Soprintendenza Regionale, ha interessato le facciate e il tetto, del palazzo comunale Tommaso Villa.

Il Palazzo Comunale, intitolato all’illustre statista Tommaso Villa, sorge sulle fondamenta del medievale castello difensivo, di cui rimane solamente la quattrocentesca torre civica denominata ‘ciuchè much’ (torre mozza).
La parte del palazzo in cui hanno sede gli uffici comunali, nonché i locali dello scalone e della sala consiliare, risalgono alla fine del ‘700.
Il complesso fu acquistato verso il 1870 dallo statista Tommaso Villa (1833 – 1915), di antica famiglia valfenerese, giurista, deputato per 14 legislature, Presidente della Camera dei Deputati dal 1895 al 1897 e dal 1900 al 1902, Ministro dell’Interno e di Grazia e Giustizia.
Il Villa rivisitò l’edificio negli ultimi decenni dell‘800 per fissarvi la residenza estiva della famiglia; il palazzo divenne allora punto di incontro del notabilato piemontese a cavallo tra XIX e XX secolo.
Negli anni 1905-1906 l’edificio venne ampliato con la costruzione di una nuova ala, che oggi ospita le scuole elementari, a cui si accompagnò l’omogeneizzazione dell’aspetto delle facciate secondo il gusto eclettico dell’epoca.


tipologia: residenza, restauro